Qualche settimana fa ho letto un articolo molto interessante relativamente a come dare valore aggiunto al tuo servizio lavorativo (che tu sia un dipendente o un libero professionista/imprenditore).
Molto brevemente quello che è emerso è che per dare maggiore valore aggiunto ai tuoi clienti e alla tua azienda devi:
- Studiare e specializzarti in quelle competenze che il mercato vuole da te oggi;
- Studiare e specializzarti in quelle competenze che il mercato vorrà da te domani;
- Capire come vendere le tue competenze al prezzo più alto possibile.
Partiamo dal secondo punto…quali sono le eventuali e future competenze che il mercato (clienti e la tua azienda) vorrà da te nel prossimo futuro?
A tal proposito si parla sempre di più di intelligenza artificiale e di ChatGPT ed ho deciso, per chi non sapesse ancora cosa sia o per chi vuole capire meglio di cosa si tratta, di scrivere questo articolo.
Il mondo economico è meraviglioso perché mentre si teme una crisi finanziaria, bancaria ed inflazionistica, allo stesso tempo continua sempre ad evolversi.
E se è vero che dopo una crisi c’è sempre una fase di espansione allora il 2023 sarà l’anno in cui l’intelligenza artificiale entrerà in una nuova era, sarà alla portata di tutti e trasformerà l’economia, la sicurezza, il lavoro, le aziende e la vita stessa delle singole persone?
A deciderlo, ovviamente, sono state le Big Tech che gestiscono i sistemi più avanzati e l’accesso ad una mole enorme di dati.
Nella fattispecie specifica, l’attuale oggetto del desiderio si identifica con la parola chiave “ChatGPT”, ovvero un software appartenente alla famiglia dei chatbot, capace di simulare ed elaborare conversazioni umane restituendo testi generati in pochi istanti.
Vi lascio un link in cui diversi ragazzi interrogano ChatGPT:
Detto in altro modo basta digitare una domanda o una parola chiave e ChatGPT restituirà testi trovando la soluzione al tuo problema in pochissimi istanti…soluzione che un essere umano formulerebbe in un’ora o due, come minimo. Facendo un esempio pratico, questo software ha risolto un test di MBA (Master in Business Administration) in pochi minuti e l’MBA è il master più qualificato che esiste ad oggi sulla faccia della Terra.
Il significato letterale di ChatGPT è “Generative Pre-trained Transformer”, traducibile in “trasformatore pre-istruito generatore di programmi di dialogo”. Il prototipo è stato sviluppato da OpenAI, un ente no profit fondato da Elon Musk nel 2015 paradossalmente per contenere i rischi di uno sviluppo incontrollato delle intelligenze artificiali (a sua volta, Open AI è stata acquistata da Microsoft con un esborso di 10 miliardi di dollari).
In estrema sintesi, ChatGPT è un potente strumento di elaborazione del linguaggio naturale, che può essere utilizzato non solo per rispondere a degli input in un linguaggio naturale, ma anche per completare o suggerire testi sulla base di input parziali e ciò permette di generare descrizioni, titoli ma anche accuratissime traduzioni multilingue istantanee: non solo, ma può essere utilizzato anche per riassumere testi, ma anche per analizzare il sentiment del testo, consentendo di determinare se un testo è positivo, negativo o neutro. Insomma, una sorta di software da “rivoluzione copernicana”, al punto che dallo scorso novembre (da quando cioè ChatGPT è stata resa pubblica) nella Silicon Valley (così come a Wall Street e negli uffici d’oltreoceano) non si parla d’altro anche perché, come ben argomentato da Brad Smith (Microsoft), “crediamo fermamente nei benefici che questa nuova generazione di AI può creare. Questi modelli di linguaggio sono l’evoluzione dell’AI: favoriranno la trasformazione dell’economia, aumenteranno la produttività, aiuteranno intere nazioni a crescere e creare nuove professioni. Stiamo entrando in una nuova era dell’AI che sarà molta estesa, distribuita in più aziende in maniera innovativa“.
A livello di business, non vi è dubbio alcuno che si giocherà sul campo dei motori di ricerca la prossima grande sfida interna a Big Tech e saranno tre le protagoniste di questa partita miliardaria: Google da una parte, Microsoft e Apple dall’altra. Alla prima toccherà difendere il suo impero dall’assalto delle seconde. Si tratta, in cifre, di un mercato da circa 200 miliardi di dollari: una torta da spartire che fa molta gola in termini di impatto sui conti economici, anche perché interessa un campo ancora abbastanza inesplorato, ovvero quello dell’intelligenza artificiale più “umana” mai concepita fino ad oggi.
Ovviamente, va da sé, la corsa al profitto è già cominciata, poiché “il mondo si dovrà abituare al fatto che i software di intelligenza artificiale entrano nel Mercato con le regole di Mercato. Man mano che l’AI avvolge le nostre vite e si integra nelle attività quotidiane, dalle più semplici (la domotica) alle più complesse (scuola, salute, lavoro) ci offre un crescente vantaggio in termini di efficienza.
Resta un dubbio, al momento irrisolto: ChapGPT profila gli utenti? Mentre per Google l’approccio gratuito è sempre stato compensato in termini di profilatura degli utenti, sul nuovo motore di ricerca è ancora prematuro pronunciarsi in merito anche se si potrebbe presumere di sì, in ragione del fatto che all’atto di iscrizione si comunicano i propri dati di carta di credito senza sottoscrivere un setting di privacy. Quel che è certo è che, mentre il modello Google è dinamico, collegato a internet, quello ChatGPT è statico, ovvero sarà il motore ad elaborare tutti i dati e, similmente, anche l’AI verrà alimentata. Ciò detto, al momento è ignoto come avvenga l’intero processo di “apprendimento”.
Ovviamente, tutto questo non poteva non solleticare l’interesse della concorrenza asiatica e, a tal fine, se l’America chiama, la Cina risponde e dunque il gigante cinese Baidu (equivalente di Google) parrebbe già pronto a lanciare il proprio servizio di AI entro poche settimane. Del resto, non poteva essere altrimenti, in quanto ChatGPT è diventata popolare a partire da novembre 2022, accumulando più di un milione di utenti in pochi giorni e scatenando accesi dibattiti sul ruolo dell’intelligenza artificiale nella vita di tutti i giorni.
Tale clamore e interesse non potevano non catalizzare l’attenzione di player cinesi come Baidu, Alibaba, Tencent e ByteDance, società fortemente focalizzate sul business del digitale, pur in un contesto locale in cui, come noto, l’internet cinese è pesantemente censurato, controllato e in gran parte isolato dal resto del mondo. L’ultima sfida, dunque, tra occidente e oriente, riguarda l’intelligenza artificiale: per ora ChatGPT è accessibile anche in Cina, in futuro chissà.
E’ partita una nuova era tecnologica????