Questa è una delle domande che più frequentemente mi viene posta e inaspettatamente la risposta il 90% delle volte e’ SCONTATA.
Iniziamo a dire brevemente cos’è il TFR…il TFR (Trattamento di fine rapporto) è una parte del tuo stipendio che il tuo datore di lavoro mette da parte per dartela tutta insieme alla fine del rapporto lavoro. Questo rapporto è il 6,91% dello stipendio annuale lordo del lavoratore… ovvero una mensilità in più ogni anno.
Ovviamente se volete approfondimenti in merito scrivetemi.
Bene, abbiamo una mensilità in più…cosa ce ne facciamo?
Le scelte sono sostanzialmente 2:
- Lasciarli in azienda che li gestirà per noi e saranno rivalutati all’inflazione (precisamente è pari al tasso costituito dall’1,5% fisso + il 75% dell’’inflazione annua);
- Investire in un fondo pensione e in questo caso saranno rivalutati in base all’andamento dei mercati finanziari e alla gestione separata scelta
Con un’inflazione che l’anno scorso è salita all’11,6%, infatti, il trattamento di fine rapporto si è rivalutato del 10% circa mentre i fondi pensione hanno accusato una perdita media tra il 9,8% e l’11,5%. Ma allora, spostare il Tfr in un fondo pensione è davvero la scelta più conveniente? Malgrado le apparenze, la risposta è sì.
LA SFIDA: A quanto ammonta il TFR maturato in azienda oppure destinato ad un fondo pensione in base a diversi scenari del mercato.
COSA FA UNA PERSONA SAGGIA QUANDO NON SA CHE DECISIONE PRENDERE?
SI AFFIDA ALLA GRANDE INVENZIONE DELLA STORIA UMANA: I NUMERI!
Un’analisi elaborata da Smileconomy per conto de l’Economia del Corriere della Sera ha messo a confronto la rivalutazione del Tfr in azienda o presso un Fondo Pensione analizzando 120 differenti scenari possibili.
Il Corriere della Sera ha chiesto agli esperti di sviluppare delle simulazioni per far capire ai risparmiatori vantaggi e svantaggi della scelta tra Tfr in azienda e in un fondo pensione. E in particolare, Smileconomy ha simulato cosa potrebbe accadere a tre profili diversi di lavoratori (un 30enne, un 40enne e un 50enne) che dovessero decidere di conferire il Tfr (solo maturando, oppure maturato e maturando) in un fondo pensione.
Il risultato è evidente sia in uno scenario equilibrato che prudente!!!!! Nello scenario equilibrato, e scegliendo una linea con un profilo di rischio elevato, un trentenne o un quarantenne che dovesse decidere di spostare il trattamento di fine rapporto nella previdenza complementare arriverebbe a disporre al momento della pensione di un capitale più che doppio rispetto a chi invece dovesse lasciare la liquidazione in azienda.
Con il fondo pensione, il 30enne (stipendio netto 1.500 euro) si ritroverebbe un capitale finale di 154.899 euro, il 127% in più rispetto ai 68.255 euro del Tfr in azienda, mentre il 40enne (stipendio netto 2.000 euro) si ritroverebbe un montante di 200.635 euro, il 104% in più rispetto ai 98.206 euro di chi ha scelto la liquidazione alla fine della carriera lavorativa.
In questo studio sono stati compresi solo i vantaggi remunerativi ma gli elementi da considerare sono anche altri, e tra questi c’è il beneficio della tassazione del Tfr, che nel caso dei fondi pensione parte da un massimo del 15% per ridursi di uno 0,30% per ogni anno di permanenza nel fondo superiore al quindicesimo, fino a raggiungere una soglia minima del 9%.
Contattami se vuoi saperne di più o se non ti è chiaro il beneficio fiscale.
Se lasciato in azienda, invece, al momento della sua liquidazione il Tfr sarà sottoposto a tassazione separata ad aliquota media degli ultimi 5 anni: la tassazione minima è del 23%
Altro elemento da considerare sono i contributi maggiori che il datore di lavoro vi versa se aderite ad una pensione integrativa.
Esatto avete letto bene! I datori di lavoro danno un contributo maggiore se destini il TFR in un fondo pensione perché per loro ci sono enormi benefici fiscali.
Se sei un imprenditore e sei interessato a capire gli enormi vantaggi fiscali che puoi avere scrivimi che nel caso faccio un articolo dedicato
Molti miei amici e clienti lavorano in banca o alle poste e versando solo 1% in più nel fondo pensione l’azienda paga dal 2% al 4% l’anno. La pubblica amministrazione versa solitamente l’1% in più come riportato nelle tabelle di sotto.
LE PREFERENZE:
I dati parlano chiaro. La scelta più conveniente sulla destinazione del Tfr è il fondo pensione. Eppure, i lavoratori sembrano ignorare l’evidenza dei numeri, almeno a giudicare dai dati Covip aggiornati a luglio 2022. Dei 376 miliardi di Tfr maturati dal 2007, solo il 22% (82 miliardi) è stato destinato ai fondi pensione. La parte restante, invece, o è rimasta in azienda (il 55%, 208 miliardi) o è confluita nel fondo a gestione separata dell’Inps (il 23%, 86 miliardi). E non solo, anche la scelta del profilo di rischio non dà ragione ai lavoratori, visto che i più hanno deciso di aderire ai fondi più prudenti, quelli che negli anni hanno offerto i rendimenti più bassi.
Le linee più aggressive hanno raggiunto mediamente un 5% l’anno e questo per i giovani è un grande valore aggiunto. Quando propongono dove voler destinare il TFR non ci dovrebbe essere proprio scelta per i giovani (con la preferenza in un settore azionario) eppure anche tra i giovani la conoscenza della previdenza complementare resta poco diffusa, con una percentuale minima di aderenti under 34
La domanda che sorge spontanea è PERCHE’ SI PREFERISCE ANCORA POCO IL FONDO PENSIONE?
Ci sono varie ipotesi ovviamente ma in questo caso ne esaminiamo 3:
- Ipotesi plausibile ma non preponderante: La maggior parte delle persone rinuncia ad una rendita molto più elevata e ad un importante vantaggio (e lo dimostrano i numeri)
- Ipotesi a mio parere preponderante è che la maggior parte delle persone non ci ha capito molto di TFR e Fondi pensione. Questa è una scelta che viene fatta all’inizio dell’attività lavorativa e spesso per tagliare la testa al toro si pensa di lasciarli in azienda.
Purtroppo, abbiamo una scarsa educazione finanziaria perché sono sicuro che la maggior parte degli italiani leggendo questi numeri e questi dati avrebbero preso delle decisioni diverse.
Qui sta il valore aggiunto di un Private Banker. Un professionista che studia, che ti “educa” finanziariamente facendoti ragionare sulle migliori decisioni che puoi prendere anche e non solo per il tuo futuro pensionistico.
Ci sono enormi vantaggi remunerativi e fiscali sia per il dipendente che per il datore di lavoro. Vantaggi di cui è impossibile farne a meno dato il nostro sistema fiscale e pensionistico.
Contattami per avere maggiori informazioni in merito. Possiamo costruire un piano finanziario adatto alle tue esigenze.
Intanto ti ringrazio per l’attenzione e ti auguro una buona giornata.